Alcol sì o alcol no? Un’assunzione moderata comporta realmente qualche tipo di beneficio per la nostra salute? Il fatidico bicchiere di vino al giorno fa realmente bene? A quanto pare sembra esserci solo un modo attraverso cui l’alcol è da considerarsi un supporto per la salute: l’astensione. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet. Una revisione sistematica di 694 database e 592 articoli sui rischi annessi al consumo di alcol. Ciò che ha portato a conclusioni differenti da quelle ottenute in precedenza è stato un cambio di paradigma. Un differente metodo di analisi che, a detta dei ricercatori, è stato migliorato in quanto include alcune variabili erroneamente trascurate in precedenza.
Da quanto si apprende dal paper scientifico, tra le nuove variabili prese in considerazione spiccano alcuni elementi quali flussi turistici, bevute “clandestine”, un ampliamento dei disturbi alla salute legati al consumo di alcol e varie patologie. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, un accento è stato riservato ad alcune forme tumorali, soprattutto al fegato, cirrosi epatica, ictus e disturbi cardiaci, senza tralasciare alcune delle patologie più diffuse nelle zone meno abbienti del mondo come la tubercolosi. L’intento dei ricercatori era quello di individuare quale quantità di alcol comportasse i migliori esiti in termini di salute pubblica e individuale.
“Il livello di consumo che minimizza gli effetti negativi sulla salute è zero”. Conclusione tranciante dei ricercatori che aggiungono: “Abbiamo stabilito che il rischio associato a tutte le cause di mortalità, soprattutto se legate al cancro, aumenta al crescere dei livelli di consumo”. A questo esito, si aggiungono altre considerazioni come l’impatto negativo del consumo e abuso di alcol sui livelli di mortalità giovanile (causa il 10% dei decessi di persone dai 15 ai 49 anni) e l’importanza di incentivare specifiche politiche sociali mirate a ridurne il consumo in modo da migliorare le condizioni generali di salute della popolazione.
Un’altra curiosa osservazione è legata alla differenza degli effetti dell’alcol tra donne e uomini: nei maschi l’impatto negativo sembra essere molto più evidente rispetto al sesso femminile, complice anche il maggiore consumo.
Nel 2016, statistiche alla mano, l’alcol ha causato la morte di quasi tre milioni di persone. Le ragioni sono fondamentalmente tre: patologie, incidenti stradali e forme di autolesionismo.
I ricercatori, infine, hanno elaborato un grafico che mostra la relazione tra l’andamento del rischio sanitario e il numero di drink (10 grammi di alcol). Una relazione direttamente proporzionale: all’aumentare della seconda corrisponde inevitabilmente l’innalzamento del rischio sanitario.
Tuttavia è giusto ribadire che l’assunzione di un drink al giorno comporta un rischio minimo mentre già aumentando il numero di drink quotidiani a due, la percentuale aumenta del 10%.
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