Cannabis medica: un argomento che in Italia suscita perplessità e controversie. In passato abbiamo già trattato su questo blog il connubio tra botanica e benessere. Come ad esempio lo zafferano e le sue qualità antidepressive. Oggi tocca alla cannabis. E ad una nuova pubblicazione scientifica che la riguarda. La cannabis in diversi Paesi viene somministrata per il trattamento di alcune patologie neurodegenerative. E per alleviare i forti dolori connessi alle gravi malattie. La marijuana utilizzata per scopi medici, infatti, possiede diversi effetti terapeutici. Non è considerato solo un efficace antidolorifico. Talvolta viene indicata come soluzione per stimolare l’appetito o ridurre l’ansia. E stando ad uno studio pubblicato su Nature Medicine avrebbe un altro effetto benefico: l’anti-invecchiamento del cervello.
Il Thc, principio attivo della cannabis, sarebbe in grado di proteggere il cervello dai segni del tempo. Migliorerebbe le facoltà cognitive degli anziani incrementandone le capacità di memoria e apprendimento. Lo studio pubblicato su Nature Medicine è stato condotto sui topi ma gli esiti sembrano incoraggianti. Non è difficile ipotizzare che ne seguirà una sperimentazione sugli esseri umani. Lo studio è stato realizzato dall’Università di Bonn e dalla Hebrew University di Gerusalemme.
I topi sono animali dalla vita piuttosto corta. Tendenzialmente evidenziano segni di regresso cognitivo intorno ai primi dodici mesi di vita. Nello studio sono stati suddivisi tre categorie di topi in relazione all’età. Nello specifico 2 mesi, 12 mesi e 18 mesi. Tutti e tre i sottogruppi sono stati sottoposti alla medesima somministrazione di Thc. Successivamente i ricercatori ne hanno testato le facoltà di apprendimento incrociando i risultati ottenuti con quelli registrati dal gruppo di controllo.
L’esito della ricerca ha confermato la tesi dei ricercatori. I topi di 12 e 18 mesi sottoposti al Thc hanno manifestato funzioni cognitive paragonabili ai topi più giovani. Viceversa si è osservato nel gruppo di roditori sottoposti a placebo. I topi più anziani hanno manifestato un declino cognitivo. Come previsto, dai 12 mesi in poi. Andreas Zimmer, coordinatore della ricerca, ha così commentato questo risultato: “Il trattamento ha invertito completamente il normale declino cognitivo negli animali anziani. Il Thc sembra quasi portare indietro l’orologio molecolare del cervello”. I ricercatori sarebbero interessati ad espandere la sperimentazione clinica anche sugli esseri umani.
Gli ordini ricevuti dal 7 al 25 agosto, saranno evasi e spediti il 26 agosto.
Buone vacanze.