Caprii, il nuovo studio pilota per la nutrizione personalizzata destinata ai più piccoli. L’obiettivo è creare algoritmi utili per migliorare l’alimentazione dei bambini. Il progetto vede la collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università di Napoli “Federico II” e due istituti israeliani: lo Schneider Children’s Medical e il Weizmann Institute of Science. Com’è noto, non esiste dieta che garantisca indistintamente a tutti i medesimi risultati. Si sa. Ogni individuo reagisce a suo modo quando sottoposto ad un particolare regime alimentare. Questo avviene perché l’organismo di ciascuna persona risponde in maniera differente ai singoli cibi. A variare sono soprattutto la risposta glicemica e l’attività del microbiota. Se ingrassi, quindi, non è necessariamente colpa di quello che mangi. Cosa di cui vi parlammo già in un post precedente facendo riferimento ad una ricerca statunitense sulla correlazione tra chili in eccesso e batteri intestinali.
Lo studio Caprii (acronimo di “Children Alimentary Personalized Research Italy Israel”) è stato approvato dal Comitato Etico della Federico II di Napoli e sarà condotto in parallelo in Italia ed Israele. Coinvolgerà 50 bambini per nazione. La selezione italiana è stata affidata a cinque pediatri dell’Asl Napoli 3 Sud, inseriti nel registro AIFA come pediatri sperimentatori. La ricerca durerà circa 36 mesi; la partecipazione di ciascun bambino, dai 6 ai 9 anni, sarà di 14 giorni. Un occhio particolare sarà riservato al momento della prima colazione. Con la dieta mediterranea indiscussa protagonista. Per misurare i risultati, invece, verrà utilizzato un semplice sistema di monitoraggio costante della glicemia non invasivo insieme alla raccolta di campioni per valutare la composizione del microbiota intestinale. Ed altre minime indagini di laboratorio.
“Il nuovo studio pilota Caprii segna un importante passo verso la nutrizione personalizzata per i bambini”, parola di Eran Elinav, ricercatore del Weizmann Institute of Science in Israele. “I dati raccolti – ha affermato il ricercatore – saranno usati per lo sviluppo di algoritmi dietetici utili a predire la risposta glicemica di ogni bambino a un alimento. Ci auguriamo che questa strategia aiuterà a raggiungere stili di vita più sani. I picchi di glucosio dopo un pasto – aggiunge Elinav – rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di alcune malattie come il diabete e l’obesità. Oggi sappiamo che il microbiota è influenzato da ciò che mangiamo e a sua volta influenza la nostra risposta al cibo che assumiamo. Così come il microbiota differisce molto da persona a persona allo stesso modo influenzerà la risposta glicemica a un determinato alimento”.