Le malattie cardiovascolari dovute ad un consumo insufficiente di frutta e verdura rappresentano la prima causa di morte nel mondo. Ogni anno, infatti, si registrano circa 2,8 milioni di decessi. Questi sono i numeri che emergono da uno studio presentato al “Nutrition 2019”, meeting annuale dell’American Society for Nutrition. I ricercatori hanno preso in considerazione il 2010, anno in cui uno studio condotto dalla Tufts University mise in evidenza il legame tra l’alto tasso di mortalità cardiovascolare e il basso consumo di alimenti vegetali.
Una morte cardiovascolare su sette avviene perché si mangia poca frutta. Una su dodici, invece, perché si mangia poca verdura. Questo è quanto emerge dall’attività di analisi dei ricercatori, i quali hanno incrociato i dati sul consumo medio di frutta e verdura di 113 Paesi e i dati sulle cause di morte in ognuno di essi. Soffermandosi sui fattori di rischio cardiovascolare, gli studiosi hanno riservato un occhio di riguardo al consumo di frutta e verdura tenendo in considerazione i regimi alimentari adottati nei singoli Paesi.
In Asia meridionale, Asia orientale e Africa subsahariana, ad esempio, il basso consumo di frutta è correlato ad un elevato tasso di mortalità dovuto ad ictus; in Asia centrale ed Oceania, invece, il basso consumo di verdura è correlato all’elevata diffusione di cardiopatia coronarica. Negli Stati Uniti si registra una bassa attitudine al consumo di verdura: secondo i ricercatori, questa tendenza sarebbe responsabile di circa 82 mila morti cardiovascolari nel 2010. Poco più di 50 mila morti, invece, dovuti al limitato apporto di frutta.
Circa 300 grammi di frutta e 400 grammi di verdura al giorno: queste sono le assunzioni quotidiane ottimali suggerite dai ricercatori per prevenire deficit al sistema cardiovascolare. L’equivalente di due mele o tre tazze di carote crude al giorno. Frutta e verdura – aggiungono i ricercatori – sono ricche di elementi in grado di regolare colesterolo e pressione sanguigna oltre che aiutare l’apparato digerente e ridurre il rischio di obesità.
“Questi risultati indicano la necessità di incoraggiare il consumo di alimenti protettivi come frutta, verdura e legumi”, afferma Dariush Mozaffarian della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University. “I nostri risultati indicano la necessità di uno sforzo rivolto alla popolazione, per aumentare il consumo di frutta e verdura in tutto il mondo”, afferma Victoria Miller, autrice principale dello studio. “Frutta e verdura – conclude – sono una componente modificabile della dieta che può avere un impatto sulle morti prevenibili a livello globale”.
Fonte: Adnkronos Salute
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