La mela annurca vince tre a zero. Non c’è partita. E’ questo il rapporto che emerge dallo studio dell’Università di Napoli Federico II condotto dal dott. Ettore Novellino. Una gara tra cinque concorrenti. Un solo vincitore. Netto. Chiaro. Su cinque varietà di mela, l’annurca garantisce un apporto di HDL pari al triplo rispetto alle altre. Ma cos’è l’HDL?
Più comunemente conosciuto come “colesterolo buono”, è l’acronimo di High-Density Lipoprotein (Lipoproteine ad alta densità). Ebbene si, esiste un colesterolo buono. Si deve pensare alle HDL come ad un’impresa di pulizia che opera nel nostro corpo. Una squadra di marinai che conduce il colesterolo in eccesso verso altri porti, così da renderlo innocuo per il corretto funzionamento dell’organismo. Lo va a pescare dai tessuti periferici – come ad esempio le arterie – e scarica la rete con il pescato presso gli organi che lo utilizzano e lo espellono, tra cui il fegato e le ghiandole surrenali (ovaie e testicoli). Avete capito bene, in estrema sintesi le HDL non sono altro che un mezzo di trasporto del colesterolo quando diventa “cattivo”, agevolandone il metabolismo. Più ce n’è, meglio è.
A questo punto sorge spontanea una domanda: come fare ad incrementare la quota di HDL nel sangue? O meglio, quali fattori incidono sul livello di HDL? Fondamentalmente due: stile di vita e alimentazione. Come facilmente intuibile, una regolare attività fisica ne incentiva la proliferazione. Viceversa, sedentarietà e fumo risultano controproducenti. Per quel che riguarda il regime alimentare, sono sconsigliati i cibi che contengono grassi saturi (carne e derivati). Al contrario, risultano estremamente efficaci gli alimenti ricchi di grassi insaturi polinsaturi, quindi pesce, frutta secca, cereali, verdura e frutta. E, appunto, la mela annurca. Quest’ultima apre l’orizzonte ad una nuova soluzione per incrementare in tempi relativamente brevi la quota di HDL nel sangue.