“Zafferano sia!”. Un’esclamazione che non è difficile udire in un ristorante. Che sia il vicino di tavola a pronunciarla o che siate stesso voi a ordinarla al cameriere. Soprattutto nel nord Italia. In Lombardia, ad esempio, il famoso risotto alla milanese è ritenuto un must della cucina locale. Una prelibatezza per il palato. E non solo. Lo zafferano, infatti, è una spezia dalle tante qualità. Il buon sapore è solo una di esse.
Lo zafferano è una spezia estremamente prelibata e altrettanto dispendiosa. Sia dal punto di vista economico che di produzione. Costa molto perché presenta una manodopera particolarmente impegnativa. La spezia, infatti, si ricava dagli stigmi di un fiore, il Crocus sativus, noto anche come zafferano vero. I filamenti rossi vengono separati manualmente. Filamenti che successivamente verranno essiccati per agevolarne la conservazione e la distribuzione. Sempre manualmente vengono definite tutte le operazioni colturali che riguardano la sua produzione come la raccolta dei fiori e la messa a dimora dei bulbi. Ma è negli stigmi che risiede tutto il patrimonio salutistico di questo prezioso fiore.
Utilizzato per scopi alimentari, ma non solo, lo zafferano è sin dall’antichità consigliato per alcuni fini terapeutici. Considerato afrodisiaco maschile e suggerito per fronteggiare diversi disturbi come asma, tosse e dolori mestruali. Tra gli usi tradizionali, lo zafferano era diffuso anche in campo odontoiatrico, soprattutto come analgesico e sedativo. Inoltre la presenza di vitamina A fa in modo che incida positivamente sulla salute degli occhi. E le sue proprietà antiossidanti (contenute nei carotenoidi) rendono la spezia dorata in grado di dare un contributo positivo anche sulle capacità di apprendimento e di memoria. Soprattutto grazie ai suoi composti chimici: crocina e crocetina, alle quali si aggiungono picrocrocina (che le conferisce il sapore amaro) e safranale (principale “responsabile” del suo odore). Parlando di stretta attualità, alcuni studi recenti hanno evidenziato le proprietà benefiche dello zafferano sul sistema nervoso.
Nel 2005 è stato condotto uno studio dal centro di ricerca psichiatrico dell’University of Medical Sciences di Teheran, Iran. Ricerche che hanno evidenziato gli aspetti benefici dello zafferano sul sistema nervoso e, in particolare, sull’umore. In sintesi, i ricercatori hanno sottoposto due gruppi di persone affette da lieve depressione comparando gli effetti dell’estratto dello stigma del Crocus sativus, ovvero lo zafferano, e quelli della fluoxetina, ossia il principio attivo del Prozac. Per gli studiosi iraniani non ci sono dubbi: nella cura della depressione lieve e moderata, l’estratto di zafferano ha la stessa efficacia del Prozac.
In seguito sono state condotte altre ricerche, tra cui una revisione medica pubblicata sul Journal of Integrative Medicine e non solo. Pubblicazioni che hanno evidenziato altri aspetti come ad esempio la migliore tollerabilità dello zafferano rispetto alla soluzione farmacologica, sia per intensità che per numero di effetti collaterali. Basandosi su studi clinici e sperimentali, alcuni autori hanno individuato due protagonisti di questo effetto antidepressivo dell’estratto di zafferano: la crocina, che svolge un’attività inibitoria sul re-uptake di dopamina e noradrenalina e il safranale, che incide sul re-uptake della serotonina.
Saporito e ricco di proprietà benefiche. Ora avete qualche motivo in più per esclamare al cameriere: “Zafferano sia!”.
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Complimenti per gli approfondimenti che fate sul tema salute!